PRIMO COLLOQUIO GRATUITO

Il primo colloquio con uno psicologo rappresenta un momento fondamentale per la cura, il cui fine è gettare le basi per una conoscenza profonda e segnare l’inizio di un cammino orientato al cambiamento.

Trattandosi di un evento così intimo e delicato, spesso rimandato a lungo dall’individuo per un’infinità di motivi e resistenze, è assolutamente normale per i pazienti sentirsi in ansia o impauriti. Proprio per questo, un buon terapeuta dovrà saper accogliere con rispetto e tatto il dolore e le richieste della persona.
Varcando la soglia dello studio, il paziente si apre al racconto del proprio mondo interiore, spesso per la prima volta, confessando disagi, paure, angosce e tristezze che mai avrebbe pensato di condividere. Si incontrano e si incastrano due universi.
Ecco perché il primo colloquio con un professionista diventa un’esperienza unica. Le informazioni che lo psicologo raccoglie in questa seduta, sono cruciali premesse per iniziare a pensare a una diagnosi e per comprendere quale sia il percorso terapeutico più efficace per affrontare con cognizione di causa i disagi del paziente e risolverli.
Il primo colloquio è una vera e propria cartina tornasole: la persona deve sentirsi accolta, compresa, deve sperimentare la sintonia con lo psicologo, requisito indispensabile per un positivo sviluppo terapeutico. E proprio perché è un banco di prova decisivo, ho stabilito che fosse gratuito, come forma di rispetto per il paziente, che può scegliere – senza impegno – se continuare.

In particolare, durante il primo colloquio psicologico
                                                                                                 
- si chiarisce cosa è più utile affrontare prima, se – ad esempio – c’è un sintomo che sta rendendo impossibile la vita al paziente, si può partire da quello;
- si definiscono (in linea di massima) tempi e modalità dell’intervento;
- si stabiliscono i costi, nel rispetto del Tariffario Ufficiale, redatto dal Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, consultabile qui https://www.psy.it/nomenclatore/
- si fornisce al paziente il modulo del consenso informato.

“L’analisi dev’essere dolorosa, non perché vi sia per forza qualche grande valore nel dolore, ma perché un’analisi in cui il dolore non venga osservato e discusso, è un’analisi che ignora una delle ragioni centrali per le quali il paziente è lì”. 

Wilfred Bion